Teatro:

Metropolitan

P.zza Cappelletti, 2

 

Spettacolo del 15/04/2015:

Cento de 'sti giorni (Ettore Petrolini)

Compagnia teatrale: I Servitori dell'Arte

Regia di: Manuel D'Aleo

Trama:

Ghetano, versione romanesca del nome Gaetano, è un umile artigiano con il vizio del gioco dei cavalli, in combutta con il suo caro amico "Sarvatore" e altri coloriti personaggi. Sua moglie Lucia è costretta ad arrangiarsi per mandare avanti la baracca. Ma, nel giorno del suo onomastico, Ghetano si ritroverà a fare i conti con qualcosa di veramente inaspettato e dai risvolti comici, con un finale a sorpresa pieno di ilarità... Il pubblico, circondato da stravaganti personaggi in una Roma popolare sempre attuale, verrà coinvolto dall'inizio alla fine di questa Commedia firmata da Ettore Petrolini, inedita e mai rappresentata prima. La Compagnia Teatrale "I Servitori dell'Arte" accetta la sfida regalando al pubblico un nuovo divertente spettacolo

Teatro:

Metropolitan

P.zza Cappelletti, 2

 

Spettacolo del 09/10/2014:

Il viaggio di nozze (Maurice Hennequin e Pierre Veber)

Compagnia teatrale: I Guitti

Regia di: Nadia Buizza

Trama:

La commedia, tratta dall'opera di due maestri del teatro francese di fine secolo, è all'insegna del divertimento e della spensieratezza, e conduce immediatamente nel clima festoso e vivacissimo della Belle Epoque: una giovane ragazza da marito, Cecilia, è spinta dal padre ad accettare la corte di uno dei suoi due spasimanti (il ricercatissimo conte von Schraffen), e a sposarlo, perché, se non sarà in attesa di un erede entro l'anno, non potrà entrare in possesso dell'eredità che la nonna paterna ha destinato a lei. Ma il secondo spasimante, Armand, non si dà per vinto, non si rassegna ad essere stato abbandonato, e attende con ansia l'arrivo della coppia di sposi dal lungo viaggio di nozze, per capire quanto Cecilia sia davvero innamorata del marito; ma ad èanche il padre, monsieur Horace, che spera ardentemente in una sua maternità. Le notizie però non sono buone: Cecilia non è in dolce attesa. Sarà Armand ad escogitare ogni possibile ed esilarante stratagemma perché questo non avvenga e perché Cecilia si innamori di lui... Ci riuscira?

Teatro:

Metropolitan

P.zza Cappelletti, 2

 

Spettacolo del 03/04/2014:

La Pentola D'oro (Plauto)

Compagnia teatrale: I Guitti

Regia di: Luca Micheletti

Trama:

È la commedia più famosa del grande commediografo latino, indiscusso capolavoro del teatro classico, tra i più imitati nel corso dei secoli. Protagonista è il vecchio Euclione, avaro e misantropo, che, scavando nella sua abitazione, rinviene una pentola colma d'oro, e da quel momento è terrorizzato che gli venga rubata; per scongiurare tale pericolo, egli «si logora la salute e il cervello», sospettando dei servi e di chiunque si avvicini alla sua casa. Quando l'attempato vicino Megadoro si dimostra disposto a sposare la giovane figlia di Euclione (Fedria) anche senza dote, l'avaro accetta, ma comincia presto a sospettare che la richiesta di matrimonio abbia per fine il progetto di sottrargli la pentola. Mentre i cuochi inviati dal futuro sposo, e impegnati nei preparativi per le nozze, entrano ed escono dalla sua porta carichi di vivande, diventano per lui ladri potenziali, i cui movimenti gli sembrano furtivi e scaltri. Fra accessi d'ira e di sconforto, egli decide allora di spostare la pentola e di seppellirla nel santuario della Buona Fede. La serva Stàfila fa sapere, nel frattempo, che queste nozze sono assai difficili da farsi, poiché Fedria è incinta del giovane Liconide, nipote dello stesso Megadoro: confessando allo zio di aver giaciuto con la ragazza, ottenebrato dai fumi dell'alcol, Liconide ottiene che egli rinunci al matrimonio: Liconide stesso è intenzionato a chiedere la mano di Fedria. Strobilo, un servo di Liconide, che aveva visto Euclione sotterrare il tesoro, decide di rubarlo e il vecchio avaro allora esplode in una comicissima disperazione: tutto il mondo è ladro! L'ossessione dell'avarizia è l'occasione, per Plauto, d'indagare le risibili debolezze degli esseri umani. Ma, alla fine, il caos si ricompone, e anche Euclione s'accorge che il denaro, da solo, non fa la felicità…

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Spettacolo del 03/10/2013:

Il Borghese Gentiluomo (Molière)

Compagnia teatrale: I Guitti

Regia di: Giacomo Colli

Il signor Jourdain bravo borghese che potrebbe godersi tranquillamente le ricchezze accumulate col suo lavoro, si è invece testardamente messo in capo di frequentare gente del gran mondo e di seguire maniere e abitudini della nobiltà: per questo, già avanti negli anni, prende lezioni di ballo, e di musica; un maestro gli insegna la scherma e un altro gli propina ridicoli rudimenti di grammatica e filosofia. Così, Jourdain rifiuta tutto quello che faceva parte della sua vita fino a quel momento, compresa la moglie che col suo gagliardo buon senso di piccola borghese tenta invano di ricondurlo alla ragione; egli seguita invece nella sua ridicola follia e rifiuta di dare la figlia in sposa a un giovane che l'ama, solo perché non è nobile; quando la consorte e i servi gli giocheranno una beffa solenne per indurlo a credere che il figlio del Gran Turco vuole diventare suo genero, ci crederà ciecamente, tutto teso a raggiungere l'agognato posto nella buona società.

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Spettacolo del 10/04/2013:

Mandragola (Macchiavelli)

Compagnia teatrale: I Guitti

Regia di: Luca Micheletti

«Quanto allo atto che sia peccato, questo è una favola». Così fra Timoteo a Lucrezia tentennante di fronte alla risoluzione da prendersi: concedersi o no al capriccio del marito Nicia che, per renderla feconda, vuol farle bere una pozione di mandragola? L'erba, si dice, ha virtù concezionali, ma chi giace per primo con la donna che se n'è giovata andrà incontro a morte quasi certa. Nicia vuol dunque dare sua moglie ad un altro uomo, per una notte sola, cosicché la mondi del maleficio e la renda a sé, pronta per figliare. Il malcapitato «garzonaccio» preso all'uopo morirà, ma tant'è, Nicia non si fa scrupoli perché non sta nella pelle all'idea di avere prole. è che una beffa ai danni del credulo Nicia: l'escogitano Ligurio e Callimaco, il quale ultimo, innamorato di Lucrezia, fa di tutto per vestire i panni del «garzonaccio» e coronare così la propria passione. Per convincere la donna, si servono di Timoteo, «un frate mal vissuto» (così avverte il Prologo), che si spende – corrotto da un obolo – perché la donna assecondi il maneggio del marito: solo in seguito verrà svelato a Lucrezia che ciò che ella crede opera di Nicia è in realtà una trama di Ligurio, scaltro parassita, in cui lo stesso Nicia è coinvolto come vittima.

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Spettacolo del 10/10/2012:

L'uomo la Maschera e il Buffone (L. Pirandello)

Compagnia teatrale: I Guitti

Regia di: Adolfo Micheletti

L'UOMO DAL FIORE IN BOCCA
È una 'conversazione a due voci nella notte', alla luce di un lampione: la vita è un breve momento di illuminazione. Un uomo, all'intervenire di un elemento sovvertitore come la fine dell'esistenza, medita il mistero del nostro essere con urgenza appassionata e dolorosa e si fa acutissimo osservatore delle cose. Il pacifico avventore di un caffè notturno è lì per offrirgli l'opportunità di parlare, di esternare il suo dramma, anche se il tentativo di farsi intendere si consuma inutilmente tra l'ansia febbrile del protagonista e il quasi muto stupore dell'uomo che lo ascolta.

LA PATENTE
Qui il personaggio chiave appartiene a quella grande pattuglia di sofferenti che vivono tra il dramma e il divertimento amaro: è un disperato padre di famiglia a cui è stata misteriosamente attribuita la fama di jettatore, che è stato licenziato per questo dal lavoro e che decide infine di ribellarsi all'ingiustizia di cui è oggetto facendosi ufficialmente riconoscere come possessore di quel potere funesto che tutti temono.

BELLAVITA
èun marito tradito e deriso, che, morta la moglie, trova la sua vendetta nell'ostentare pubblicamente uno straordinario 'rispetto' nei confronti del rivale: le beffe che per tanti anni era stato costretto a subire, ora si ritorcono su chi gliele aveva procurate. Pirandello imbocca la strada del paradosso, l'unica che riesca ad annegare la pena del cuore: «...ora posso ridere, ridere e far ridere tutti con me!».

 

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Spettacolo del 05/10/2011:

La Scuola delle Mogli (Molière)

Compagnia teatrale: I Guitti

Regia di: Luca Micheletti

Trama:

Uno scherzo in cinque atti su come realizzarsi in casa una "moglie fai-da-te", e i rischi che ciò comporta. Una delle commedie più riuscite e discusse, più amate e prese di mira della tradizione occidentale, viene messa in scena dalla storica troupe de I guitti, con una regia attenta a rilevarne la comicità più autentica e, insieme, le note grottesche, che si devono soprattutto al fatto che, per Molière, La scuola delle mogli era in primis un autoritratto in veste di "cornuto". Cornelio (l'Arnolphe del testo originale, "santo patrono" dei mariti ingannati), il protagonista, è un dottor Frankenstein che si costruisce la sua donna ideale educandola per diventare, dice lui, «una perfetta idiota». Ciò non basterà a renderla anche fedele e a "sanarla" dalla malattia di ogni femmina: la predisposizione al tradimento. Distillato esilarante di quanto di meglio abbia prodotto la più educata letteratura antifemminile in epoca moderna – raccontata come parodia misogina o come parabola criptofemminista –, La scuola delle mogli è anche una commedia di raffinatissima precisione formale, un meccanismo che viaggia da sé, con l'unico carburante della perizia attoriale. Perché, a volte, la commedia (per Molière fu vero quanto forse per nessuno) è proprio questo: un modo di recitare…

 

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Spettacolo del 09/05/2012:

La Fortuna si Diverte (G. Feydeau)

Compagnia teatrale: I Guitti

Regia di: Nadia Buizza

Scoppiettante commedia in clima Belle Époque, La fortuna si diverte ha per protagonista uno squattrinato attore parigino di nome Snobinet, che appena licenziato, proprio al termine di uno spettacolo, trova consolazione nelle attenzioni di una giovane spettatrice, la quale, in assenza del consorte – per altro assai geloso – decide di invitarlo a casa sua, per offrirgli un cognac e scongiurare un gesto disperato. Ma non si tarderà a sentire un "Cielo, mio marito!" e da quel momento il nostro sfortunato attore non avrà più pace: sarà coinvolto in situazioni di spassoso imbarazzo e sarà travolto da un avvenimento inatteso come l'arrivo di una straordinaria eredità che, lungi dal risolvere i suoi problemi, complicherà ancor più la sua esistenza. Ci penseranno ancora una volta la sua fantasia e la sua verve a regalargli una esilarante via d'uscita.

 

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Spettacolo del 10/05/2011:

Un Curioso Accidente (Carlo Goldoni)

Compagnia teatrale: I Guitti

Regia di: Adolfo Micheletti

Trama:

L'amore tra un giovane ufficiale e la figlia del padrone di casa viene da quest'ultimo ostacolato e alla fine "risolto" dagli intrighi e dalle furberie della giovane innamorata. La storia d'amore tra i due scorre parallela alla vicenda sentimentale dei rispettivi servi, all'amore non corrisposto di un'altra lei ed al confronto iroso e grottesco tra due padri, l'uno nobile e l'altro borghese; e, come in ogni commedia che si rispetti, un finale dominato dalle immancabili nozze.

 

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Spettacolo del 30/09/2009:

Sogni d'oro Mogliettina (G. Feydeau - M. Hennequin)

Compagnia teatrale: I Guitti

Regia di: Nadia Buizza

Trama:

La commedia fu rappresentata per la prima volta il 30 novembre 1892 al teatro del Palais-Royal di Parigi. Eugène Ribadier è il secondo marito di Angèle, vedova Robineau; memore delle numerose infedeltà del defunto marito, Angèle soffoca con la sua gelosia esasperata il suo attuale consorte. Costui, però, ha un 'sistema' tutto personale per eludere le indagini della moglie e vivere senza problemi la sua avventura con Thérèse. Tutto è perfetto, fino a quando Ribadier confida il suo 'metodo infallibile' all'amico comune Aristide, perché costui, segretamente innamorato proprio di Angèle, sua vecchia fiamma, la corteggerà assiduamente e cercherà di aprirle gli occhi sul comportamento del marito. E' a questo punto che Eugène Ribadier precipiterà nella catastrofe: non solo la moglie avrà la prova del suo adulterio, ma egli sarà anche inseguito dal marito di Thérèse. Le strade sono ormai senza uscita e Angèle, certa infine della sua infedeltà, cercherà di attuare una esilarante vendetta amorosa. Questo fortunatissimo vaudeville è stato scritto a quattro mani da due prìncipi del genere, che hanno dominato i palcoscenici di fine Ottocento conoscendo poi fama ininterrotta e lasciando un segno indelebile nella storia del teatro comico.

 

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